Mick Schumacher: “Voglio arrivare in Formula 1 già alla fine del prossimo anno”

Mick Schumacher ferrari

NOTIZIE MOTORI MICK SCHUMACHERCampione nel campionato europeo di F3, il figlio di Michael Schumacher, Mick, è pronto per fare il salto di qualità. La prossima stagione infatti correrà, sempre con il Team Prema, in Formula 2, ma è già proiettato in un futuro ancora più importante, la Formula 1. Il figlio del 7 volte campione del mondo, ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport, ecco le dichiarazioni.

L’intervista alla Rosea

Mick, quanto è aumentata la fiducia in se stesso dopo la vittoria nell’Europeo di F3?
E’ stata una grande spinta. Con la Prema, la mia squadra, siamo riusciti a vincere uno dei campionati più difficili, dal quale provengono tanti piloti arrivati in F1, e battere i migliori mi ha dato una convinzione che mi aiuterà nel resto della carriera.

L’inizio non è stato facile, ma da metà stagione ha preso il volo in classifica: che cosa è cambiato?
In realtà avevamo il passo giusto fin dai test precampionato, ma nelle prime gare non riuscivo a esprimere il mio potenziale in qualifica. La svolta c’è stata a Spa, con la pole e la prima vittoria. Da quel momento sono riuscito quasi sempre a piazzare la macchina davanti e a vincere, perché in gara vado forte. Il mio obiettivo in F2 è migliorare in ogni aspetto e arrivare a fine stagione diventando un pilota completo.

E’ stato lei a chiedere di correre in kart o l’ha spinta suo padre?
Ho chiesto io di cominciare. E mio padre ha assecondato il desiderio. Ricordo l’emozione che cresceva dopo le prime gare, quando abbiamo cominciato ad andare alle competizioni internazionali, in mezzo a tanti piloti di talento che poi ho ritrovato più avanti.

E’ facile immaginarlo, ma chi è il pilota a cui si ispira?
Mio padre. E’ il migliore e lo resterà sempre. Potermi paragonare a lui in qualche maniera è fantastico. E allo stesso tempo è bellissimo fare parte di questa grande storia e osservare come si sta sviluppando.

Ha raccontato che papà a un certo punto la prese da parte e le chiese se voleva correre per gioco o in modo professionale. Lei rispose che voleva fare sul serio. Qual è l’obiettivo finale?
Arrivare in F1. Sarebbe stupendo se succedesse già alla fine del prossimo anno, ma prima bisognerà vedere come andrà il 2019. La F.2 è l’anticamera della massima serie, il livello è molto alto e pure gli ostacoli da superare.

Qui ad Abu Dhabi l’abbiamo vista “spiare” il test di Sebastian Vettel nel garage Ferrari assieme ad altri giovani piloti. E’ stato interessante?
Interessante, motivante ed emozionante. Vedere questi campioni in azione così da vicino è un’opportunità unica e una grande esperienza. Mi è subito venuta voglia di essere in mezzo a loro e gareggiare nei GP.

A gennaio, in Messico, rappresenterà la Germania nella “Race of Champions” insieme a Vettel, che era solito partecipare con Michael: che cosa si aspetta?
Per me sarà una prima volta speciale da compagni di squadra. Ne abbiamo parlato e ho detto a Seb che non vedo l’ora. Cercherò di apprendere qualche segreto.

E’ mai stato a Maranello? 
Ci sono stato molte volte. Ma ero troppo piccolo, mi stavo appena avvicinando al kart, e le emozioni che provavo erano completamente diverse da quelle che avrei oggi se visitassi la Ferrari.

Sua sorella Gina Maria è campionessa mondiale di equitazione, nella categoria Reining: ha mai provato a imitarla a cavallo?
Io mi limito a seguirla alle gare e a sostenerla, è davvero una delle migliori nel suo sport. Riguardo alle mie passioni, non ho molto tempo per coltivarle, tutta la mia vita è incentrata sulle corse. Mi piace allenarmi, vado parecchio in bici, qualche volta esco la sera, ma appena finita una gara c’è solo il tempo di analizzare il risultato e ripartire per la prossima. Come in una centrifuga.

Anche suo cugino David, il figlio di Ralf, corre in auto. Condividete il sogno della F1?
In realtà ognuno segue la sua strada. Se ci arrivassimo tutti e due, come i nostri genitori, sarebbe bello.

Quanto è importante restare umile per uno che si chiama Schumacher?
Credo sia la chiave in tutti i campi della vita. Più si hanno i piedi per terra, più è possibile raggiungere il successo in ciò che fai. Guai a ignorarlo.

Quante persone provano a darle consigli?
Ascolto i suggerimenti di tutti, li sperimento in prima persona, e se funzionano ne faccio tesoro. Si migliora così.

La più grande lezione di suo padre?
Lavorare con la squadra, e farlo come se fosse una famiglia: bisogna avere fiducia gli uni negli altri al 100%. Sono alla Prema dal 2016, ho visto tanti piloti cambiare in fretta, mentre qui abbiamo costruito una realtà unita.

Come convive con l’attenzione della gente e dei media?
E’ sempre stata parte della mia vita e di quella della mia famiglia. Perciò è diventato normale. Crescendo, ho avuto il tempo per abituarmi, anche se ora i microfoni e le telecamere attorno a me sono sempre di più. Ma è divertente e imparo ogni giorno.

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