fonte foto: forzaroma.info
Il Milan e la Roma hanno in comune il fatto di avere una proprietà americana ma non solo, dato che anche il progetto sportivo e finanziario è simile. Entrambe le società stanno investendo soprattutto sui giovani e quindi anche sul proprio settore giovanile.
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In particolare l’Europa League si sta rivelando il palcoscenico ideale per testare i tanti ragazzi cresciuti in casa. In questo ultimo giovedì il Milan ha schierato contemporaneamente contro lo Sparta Praga Daniel Maldini (figlio di Paolo) e Lorenzo Colombo, già scesi in campo in precedenti partite dell’Europa League. Maldini è un trequartista classe 2001 con un buon mix di fisico e tecnica, anche se appare ancora acerbo per giocare a certi livelli. Colombo è più giovane essendo un 2002, ma sembra un predestinato per personalità e qualità. Entrambi non hanno trovato la via del gol ma hanno offerto un buon contributo per quanto riguarda la presenza in campo.
La Roma invece nel suo ultimo match del girone contro il Cska Sofia ha schierato contemporaneamente ben 3 elementi della Primavera come Pietro Boer, Tommaso Milanese e Mory Bamba e ha fatto entrare nella ripresa il capitano della Primavera Filippo Tripi alla sua seconda presenza con i grandi. Boer portiere classe 2002 dalla fisicità dominante ha avuto la sfortuna di giocare con una difesa completamente disattenta, mentre Bamba ha ricoperto un ruolo per lui inedito dato che solitamente gioca come ala pura. Per loro rimarrà comunque una serata indimenticabile per l’esordio assoluto nei professionisti.
Milanese ormai è già un volto noto in Europa League grazie alle sue ottime prestazioni a gara in corso contro il Cluj nei due match del girone. Con il Cska è arrivato l’esordio da titolare e il gol è stato la ciliegina sulla torta di una eccellente prestazione.
Molti altri club italiani dovrebbero prendere spunto da questo modello di valorizzazione dei giovani. Il vivaio non serve solo per fare plusvalenze, ma anzi può rivelarsi utilissimo per ampliare le rotazioni della prima squadra così da abbassare anche il monte ingaggi spesso pieno di trentenni poco motivati.
Filiberto Caruso