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FOCUS ROMANTIC: “La solitudine dei numeri…dieci”

baggio numeri dieci

FOCUS ROMANTIC – “Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Paolo Giordano, “La solitudine dei numeri primi”.

Il numero “10” non è un numero primo, ma è il primo numero che ci viene in mente quando adoperiamo la parola fantasia nel mondo del calcio. Potremmo quasi considerarlo quel numero pari, e fortunatamente lo è, che impedisce ai primi gemelli di toccarsi per davvero.

I numeri 10 nel calcio

Ed i primi gemelli cosa rappresentano? Forse rappresentano quello spazio che non consente alla fantasia del numero pari di esprimersi al massimo delle sue possibilità? Non crediamo che siano sempre esistiti, perché forse la loro assenza ci ha concesso d’innamorarci di questo sport. Della fantasia, dell’imprevedibilità che questo misero numero pari ha messo al servizio della collettività. L’estro, l’invenzione, sono tratti caratteristici dei possessori di questo dono. Perché la specialità di questo numero è giusto che venga racchiusa tra due numeri altrettanto speciali.

Oggi però tutto è cambiato, facendo diventare più importante il contorno più che il contenuto. La praticità ha preso il sopravvento, spostando l’attenzione verso sponde sicure, facendoci dimenticare l’eccezionalità di quel numero pari rimasto prigioniero della tattica del calcio moderno. Una volta la maglia con quel numero stampato aveva un peso diverso, oggi ha più importanza il nome di chi la indossa.

Forse l’unico che attualmente può vantarsi di essere l’ultimo discendente di questa dinastia è un argentino che veste la casacca azulgrana, con quel quel numero pari stampato sulle spalle. L’ultimo discendente di una generazione cresciuta nel mito di Maradona, Platini, Ronaldinho, Baggio. Già, Roberto Baggio. Icona italica della fantasia calcistica al servizio del popolo. Il campione della gente, quindi senza una specifica maglia se non quella della sua nazionale.

“Ma che fai, non consideri Totti e Del Piero come tali?” Non mi permetterei mai! Ma quanti possono vantarsi di aver vestito le casacche più prestigiose del nostro campionato, per poi scendere a regalare spettacolo anche in provincia? Solo lui. Solo il “Divin Codino“. Incarnazione perfetta del talento al servizio della squadra. Incarnazione perfetta della solitudine del numero dieci. Perché per quanto il talento dà, lo stesso talento toglie.

Quando scade il suo contratto con l’Inter, dopo essersi congedato con una doppietta nello spareggio Champions contro il Parma, Roberto rimane solo. Si allena da solo a Caldogno, il suo paese natale. Nessuno si fa avanti per lui. Il più forte numero dieci della generazione degli attuali trentenni finisce per essere dimenticato da tutti. Nessun top club si propone, nonostante non ci siano costi di cartellino essendo libero da contratto. Ma mentre si prospetta un trasferimento alla Reggina, ecco che arriva Carlo Mazzone a tendergli una mano: “A Robbè, ma che te piacerebbe de venì qui da noi a Brescia? Ce servirebbe il tuo aiuto e poi così sei anche vicino a casa…Io ho n’ottimo rapporto cor presidente (Corioni), vedrai che st’operazione se farà!“. Come andò a finire è storia ormai nota.

La domanda oggi è un’altra e ci scusiamo se abbiamo dato la sensazione di uscire fuori tema, ma quando si toccano certi tasti, il romanticismo è quasi inevitabile. Viene fuori con quella naturalezza con cui i numeri dieci piazzano il pallone sotto l’incrocio dei pali. Dopo una solitaria rincorsa per battere una punizione dal limite.

Perché il numero 10, il vero numero 10, sa benissimo come funziona. Sa benissimo che ha bisogno della solitudine per ritrovare se stesso. Ed è solo la capacità di gestire la solitudine che può far di lui una leggenda.

E quindi? Che fine hanno fatto giocatori così? Sono spariti. Inghiottiti dalla tattica, proprio come fanno i numeri primi gemelli col numero pari. Così speciali da decidere che cotanta bellezza non può più essere condivisa col mondo intero.

(fonte foto: www.vanityfair.it)

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