GP Bahrain 2022, la nuova era si apre con un revival Ferrari

Leclerc e Sainz

Leclerc e Sainz | fonte foto: Twitter @ScuderiaFerrari

Era nell’aria fin dai test invernali a Barcellona ma nessuno ci credeva veramente fino in fondo forse per scaramanzia, forse per paura di rimanere scottati nuovamente e per l’ennesima volta. Nella notte del Bahrain capitan Leclerc guida la ciurma Ferrari verso una doppietta rossa che non apriva una Stagione di F1 dal 2010 con Fernando Alonso e Felipe Massa. Altra F1, altra era!

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La F1-75, con il nuovo Power Unit Superfast che garantisce tanta coppia e potenza in basso, si è rivelata essere una creatura incline ad assecondare qualsiasi cambiamento effettuatole nel setup. Prendiamo come esempio la gara di Carlos Sainz; lo spagnolo, 2° al traguardo, ha sofferto per tutto il weekend, non riuscendo mai ad avvicinare le prestazioni del monegasco. Nonostante ciò, con quale intervento dell’ultima ora, pur approfittando del ritiro di Max Verstappen, lo troviamo lì sul podio. La sensazione, e il suo volto e le sue dichiarazioni lo hanno confermato, è che Sainz abbia già capito che il rischio di diventare un secondo di lusso alla Kimi Raikkonen dell’era Vettel-Ferrari è molto concreto. Jeddah sarà già un crocevia importante.

Carlos Sainz
Carlos Sainz | fonte foto: Twitter @ScuderiaFerrari

Red Bull chiude in maniera tremenda un weekend iniziato con i favori del pronostico. La RB18, secondo il parere di scrive, è ancora globalmente avanti alla F1-75.  Tra sabato e domenica, infatti, si sono palesate delle dinamiche che hanno colto alla sprovvista i tecnici di Milton Keynes, magari anche un po’ presuntuosi. La RB18, nonostante un Power Unit RBP (Honda, alla fine) leggermente inferiore al Superfast, ha una migliore efficienza aerodinamica a parità di carico nei confronti della F1-75. Nel deserto ci si aspettava delle temperature alte, pertanto si è deciso di scaricare leggermente la vettura proprio per accentuare la dote della velocità di punta. Fin dai test, però, si è visto come la RB18 sia una monoposto più gentile sulle coperture rispetto alla Rossa. In GP caldi questo aiuta molto a non stressare eccessivamente le Pirelli, in GP freddi c’è il rischio di incorrere nel fenomeno del degrado termico. È proprio quello che è successo: al sabato sera e alla domenica sera le temperature erano incredibilmente basse e la RB18 non riusciva a mordere l’asfalto, entrando in degrado termico.

Leclerc ferrari gp bahrain
Charles Leclerc | fonte foto: Twitter @ScuderiaFerrari

Il degrado termico si sviluppa in questo modo. La superficie della carcassa si riscalda, mentre il cuore della copertura rimane freddo. Se il cuore rimane freddo, ovviamente, nonostante gli sforzi del pilota, inevitabilmente anche la superficie si raffredderà progressivamente. Quando la superficie si riscalda e poi si raffredda diventa, grazie ad una reazione chimica, molto più dura, innescando uno scivolamento continuo in curva (sottosterzo) che, a sua volta, è causa in un degrado meccanico: graining. Il graining si verifica quando porzioni della superficie della gomma, a causa dello scivolamento, si spostano dalla sede originale, creando un’alterazione dell’area della copertura incaricata di legarsi con l’asfalto.

Il Campione del Mondo Verstappen, poi, non ha assolutamente vissuto una gara pulita. Nell’ordine ha sperimentato problemi con il raffreddamento di freni anteriori, problemi con il sistema idraulico del volante e, infine, il problema terminale alla pompa del pescaggio di benzina. Quest’ultimo problema ha causato anche il ritiro si Sergio Perez, proprio nell’ultimo giro mentre si trovava virtualmente sul podio. Insomma, non abbiamo ancora visto la RB18 al suo massimo potenziale.

Max Verstappen gp bahrain
Max Verstappen | fonte foto: Twitter @Max33Verstappen

Mercedes, dopo aver vissuto la peggior prima qualifica stagionale dal 2011 (GP d’Australia: Rosberg 7°, Schumacher 11°), grazie ad una migliore affidabilità è riuscita a massimizzare ciò che la W13 può, al momento, offrire. Il gap in qualifica, +0”7, potrebbe bastare per riassumere l’attuale critica situazione dei Campioni del Mondo in carica. La W13 soffre di porpoising e questo impedisce loro di lavorare sul setup. La gestione gomme, infatti, è pessima. Hamilton, dopo soli 9 giri, ha subito il cliff delle coperture. Il porpoising fa perdere decimi in staccata e nelle curve lunghe innesca un sottosterzo che porta al graining. Anche l’asse posteriore, comunque, non è apposto: il sovrasterzo è onnipresente, surriscaldando troppo le gomme per portarle in una fase di blistering. Guardando le varie telemetrie, comunque, pare che la W13 abbia del potenziale molto importante, ma sarà veramente complicato estrarlo. Nonostante ciò, comunque, Hamilton si è messo dietro il giovane Russell e, grazie al ritiro delle due Red Bull, ha incassato il podio n°183 della carriera: leggenda vivente.

Dietro i primi tre team, nella cosiddetta midfield, vi sono state sorprese e cocenti delusioni. Alla voce sorpresa troveremo senza dubbio i motorizzati Ferrari: Haas e Alfa Romeo. Il Superfast ha inevitabilmente rinvigorito due team che negli ultimi due anni hanno molto sofferto. Magnussen (Haas) chiude 5°, Bottas e Zhou (Alfa) 6° e 10°.

Alpine e AlphaTauri sono stati i team che non hanno fatto né un grande passo avanti, ma neanche un passo indietro rispetto al 2021; quando risolveranno il porpoising potranno insediare Haas per il ruolo di 4a forza.

Le delusioni sono Aston Martin, Williams e soprattutto McLaren.  Questi tre team hanno in comune il Power Unit Mercedes e una disposizione in testa di una buona quota di masse radianti. Probabilmente il decentrare le masse come Ferrari e, in parte Red Bull, era la strada da seguire. Guarda caso, anche Mercedes ha le stesse caratteristiche tecniche e gli stessi problemi da risolvere.

Giuseppe Pascuzzi

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